Circ. n. 208 – La valutazione finale – scuola secondaria di 1° – a.s. 2018/19.
Circ. n. 208
Bologna, 03/06/2019
Ai Docenti
e p.c. Ai Genitori
Agli Stakeholders
In Circolari online
Oggetto: la valutazione finale – scuola secondaria di 1° – a.s. 2018/19.
SCUOLA SECONDARIA DI 1°
La valutazione nella scuola secondaria di primo grado è stata riformata, dall’anno scolastico 2017/18, in seguito all’entrata in vigore del D.lgs. 62/2017.
Ammissione alla classe successiva secondaria I grado
L’ammissione alla classe successiva è disposta, generalmente, anche in caso di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più discipline.
Pertanto, l’alunno viene ammesso alla classe successiva anche se in sede di scrutinio finale gli viene attribuita una valutazione con voto inferiore a 6/10 in una o più discipline, da riportare sul documento di valutazione.
La scuola, a seguito della valutazione intermedia e finale, deve:
- segnalare tempestivamente alle famiglie degli alunni gli eventuali livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione;
- attivare specifiche strategie e azioni che consentano il miglioramento dei livelli di apprendimento.
Non ammissione alla classe successiva secondaria I grado
Il consiglio di classe, in sede di scrutinio finale, tenuto conto dei criteri definiti dal collegio dei docenti, può non ammettere l’alunno alla classe successiva nel caso di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più discipline (voto inferiore a 6/10).
La non ammissione va adeguatamente motivata e deliberata a maggioranza.
Il voto espresso dall’insegnante di religione cattolica o di attività alternative, per i soli alunni che si avvalgono di tali insegnamenti, diviene un giudizio motivato iscritto a verbale, se determinante per la decisione assunta dal consiglio di classe.
Criteri di non ammissione
Premesso che il Collegio dei docenti ha già deliberato (all’inizio dell’anno scolastico) i criteri di non ammissione, si riportano alcuni degli aspetti in base ai quali potrebbe essere definiti i predetti criteri:
- distinzione tra insufficienze gravi e non gravi: gravi nel caso di livelli di apprendimento mancanti del tutto; non gravi nel caso di parziale acquisizione;
- numero massimo di insufficienze gravi e non gravi insieme, ai fini della non ammissione;
- numero massimo di insufficienze gravi, ai fini della non ammissione;
- numero massimo di insufficienze non gravi, ai fini della non ammissione.
Fermo restando che un’indicazione dovrebbe essere espressa, è chiaro che il numero delle discipline con valutazioni insufficienti, determinanti l’ammissione o la non ammissione alla classe successiva, non può essere “standard” (e nemmeno fermarsi ai numeri).
Nell’ambito di una decisione di non ammissione, infatti, vanno anche considerate altre variabili, quali ad esempio:
- la capacità di recupero dell’alunno;
- in quali e quante discipline, in base a potenzialità e attitudini, lo studente possa recuperare;
- quali discipline si pensa possano essere recuperate o meno nel corso dell’anno scolastico successivo;
- l’efficacia o meno di un provvedimento di non ammissione;
- il grado di maturità dell’alunno e la possibile reazione emotiva dello stesso.
Una volta definiti i criteri, dunque, sarebbe sempre opportuno correlarli a variabili legate al vissuto dello studente, affinché la decisione (di ammissione o non ammissione) possa essere la migliore possibile per lo stesso.
Voti e giudizi
La valutazione nella scuola secondaria di primo grado, compresa quella relativa agli esami di Stato, è espressa, per ciascuna delle discipline del curricolo, con votazioni in decimi ed è integrata dalla descrizione del processo e del livello globale di sviluppo degli apprendimenti, raggiunto da ogni singolo allievo.
Il giudizio, che accompagna la valutazione in decimi, deve descrivere il processo formativo, in termini di progressi nello sviluppo culturale, personale e sociale, e il livello globale di sviluppo degli apprendimenti conseguito, quindi non deve limitarsi alle singole discipline, ma deve riguardare la descrizione globale del processo di apprendimento e di crescita dell’alunno. E’, dunque, preferibile esprimere un giudizio complessivo e non per singola disciplina.
La Dirigente scolastica
Prof.ssa Serafina Patrizia Scerra